Da qualche tempo ho ripreso su Wikipedia, la nota “enciclopedia on-line”, un’attività di correzione orto-sintattica ed eventuale inserimento di informazioni.
Qui è visibile il mio profilo utente, “Montag313“, e così anche gli
Aristotle, beginning of Physics. Medieval latin manuscript, original Greek text added in the margins. public domain. Source: http://people.bu.edu/
Et quod sequitur si ritrova spesso nei manoscritti quale formula che assimileremmo, non sempre in modo preciso, al nostro ‘eccetera’ – che peraltro proviene da et cetera.
“E ciò che segue”, può banalmente tradursi, e a volte, “e ciò che ne consegue”.
Da qualche tempo mi fa da sigla di congedo, quell’“E ciò che segue”, a firmare, segnalare, sigillare.. sanzionare fra amarezza e spirito socratico l’esser consapevole che tutto ciò che scrivo – e che sono – è sensibile di incompiutezza e di perfettibilità e non di meno il mio desiderio di tornarci sopra, a seguito di ulteriori studi di approfondimento.
manoscritto autografo firmato (“Quasimodo dicembre ’39”) della poesia Anacreonte. Artèmone, con correzioni
Questo è un versante dell’atteggiamento, e peraltro si sfibra anche nei ripetuti interventi di lima dopo la pubblicazione; l’altro, lo stesso per cui quando invio una mail è spesso ugualmente seguita da una mezza dozzina di riprese, come i miei amici sanno, è riassumibile in una vecchia canzone incisa da Mina con Beppe Grillo, la psichedelica, convulsa e farneticante “Dottore”.
Che, ad un certo punto, seguendo i contorsionismi mentali di uno psicotico (peraltro così normale…) afflitto evidentemente da più disturbi, dallo schizoide al maniacocompulsivo all’ipocondriaco (..et quod sequitur…) sfiata, a riprendere l’ansia patologica di chi ha bisogno di rivedere nell’immaginazione sovreccitata, tra circonvoluzioni eclettiche e inconsequenziali, ogni singola parola detta per tentare di controllarne gli esiti nell’altro, in un:
e mi sa che avrei bisogno, bisogno di una mano appena uscita da un saluto…
.
Naturalmente il video è qui proposto solo per ragioni esemplificative, i diritti appartengono.. agli aventi diritto. Lo stesso si dica delle immagini dei manoscritti, reperite sul web: senza pretese.
« L'inferno dei viventi [...] che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio »
Italo Calvino, da “Le città invisibili”
Vorrei saper la musica per esprimere, senz'essere inteso da nessuno, neppure da Te, tutto questo tumulto di vita che mi gonfia l'anima e il cuore. Nessuno lo saprà mai, […], anche se il mio cuore ne dovesse scoppiare.
(Luigi Pirandello, Lettera)
IN EVIDENZA – Periodicamente, un testo
Nella vita degli imperatori c’è un momento, che segue all’orgoglio per l’ampiezza sterminata dei territori che abbiamo conquistato, alla malinconia e al sollievo di sapere che presto rinunceremo a conoscerli e a comprenderli; un senso come di vuoto che ci prende una sera con l’odore degli elefanti dopo la pioggia e della cenere di sandalo che si raffredda nei bracieri; una vertigine..: è il momento disperato in cui si scopre che quest’impero che ci era sembrato la somma di tutte le meraviglie è uno sfacelo senza fine né forma, che la sua corruzione è troppo incancrenita perché il nostro scettro possa mettervi riparo, che il trionfo sui sovrani avversari ci ha fatto eredi della loro lunga rovina.
Solo nei resoconti di Marco Polo, Kublai Kan riusciva a discernere, attraverso le muraglie e le torri destinate a crollare, la filigrana d’un disegno così sottile da sfuggire al morso delle termiti.
Italo Calvino, da “Le città invisibili”
This is THIS
Per gli Ichneutai, inserisco qui una serie di orme scomposte, confidando sulla loro ulteriore interpretazione.
# Syndesis disorientata: parola, pensiero, segno e sogno, contraddistinti da legami e nessi e motivazioni più o meno volatili
# Fughe di pensiero: considerazioni umorali, su notizie, politica, informazione e comunicazione
# Dimora dello Spirito: catechesi e preghiera, spunti di spiritualità, fede e ricerca
# Voce del dissenso: voce di una coscienza civica non ottenebrata
Guai se voi affondaste come me a considerare questa cosa orribile, che fa veramente impazzire: che se siete accanto a un altro, e gli guardate gli occhi - come io guardavo un giorno certi occhi - potete figurarvi come un mendico davanti ad una porta in cui non potrà mai entrare: chi vi entra, non sarete mai voi, col vostro mondo dentro, come lo vedete e lo toccate, ma uno ignoto a voi, come quell'altro nel suo mondo impenetrabile vi vede e vi tocca
Luigi Pirandello, Enrico IV (1922)
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