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“Per essere attori bisogna prima di tutto essere„
la sua incisiva epigrafe che presenta l’uomo di teatro, il regista, l’attore, attivo nel cinema e nella tv sin dagli albori della RAI, non meno dello scrittore.
Dentro chi di noi non vibra ancora la voce* profonda, segnata, indimenticabile, di Arnoldo Foà? [*vd. infra]
L’uomo, attraversato un secolo (era nato nel 1916), è morto oggi, 11 gennaio 2014: ma Arnoldo Foà è ancora vivo, in chi vuol risentire anche solo in una sua dizione di poesia, una fra le miriadi, o persino nella battuta di uno dei tanti -valevoli- sceneggiati del passato, l’afflato della Cultura vissuta in prima persona, in un progetto esistenziale che affratella purtroppo pochi.
Tra i tanti (da Ibsen a Anouilh a Shaw, da Eschilo a Sofocle a Euripide, da Shakespeare a Molière a Turgenev, da Plauto a Rosso di San Secondo a Hugo a Cecov…, -ma con impegno particolarmente sentito-, di Pirandello Foà fu spesso interprete:
recitò nell‘Enrico IV con Ruggero Ruggeri nel 1945,
fu Diego Spina nel Lazzaro di Claudio Fino del 1952,
il Prof. Barranco in Ma non è una cosa seria di Squarzina nel 1957 con la compagnia Pagnani-Villi-Foà-Ferzetti;
in Maschere Nude, regia di Puggelli, nel 1975, interpretò il dottor Hinkfuss, e lo stesso personaggio in
Questa sera si recita a soggetto, regia di Parodi, nel 1982;
inoltre, fu ne L’Ultimo Viaggio di Pirandello di B. Belfiore, regia di P. Gazzara, del 1991.
Prestò la propria regia anche alla lirica, mettendo in scena l’Otello di Giuseppe Verdi, Il pipistrello di Strauss e, come aveva fatto, da pioniere, lo stesso Pirandello del Teatro d’Arte di Roma il 28 aprile 1925 alla presenza del compositore, l’Histoire du soldat, di Igor Stravinskij.
Ma di Diana e la Tuda nel 1971 a Palermo, nel 1979 a Roma con Paola Pitagora, nel 1984 e poi nel 1999-2000 con Giada Desideri, offrì una propria lettura sia nell’interpretazione di Giuncano sia nella regia: qui sul meritorio PirandelloWeb gli Appunti di regia di Arnoldo Foà, una sua penetrante riflessione che ben lumeggia un’opera di Pirandello spesso fraintesa o trascurata dal pregiudizio e dall’oblio.
Ci lascia con ironia, Foà** [vd. infra], la stessa di cui diede prova in Io sono il teatro: Arnoldo Foà raccontato da Foà***.
Un addio senza tempo.
In perpetuum, frater, ave atque vale
..et quod sequitur…
Maria Amici
n.b. Le immagini di Arnoldo Foà sono tratte dal sito ufficiale.
*Il canto I dell’Inferno recitato da Arnoldo Foà
*Una Lectura Dantis
***Io sono il teatro, film-documentario di Cosimo Damiano Damato, “fra ironia, poesia e impegno civile”
**Buonasera