Leggo in ritardo che oggi, mercoledì 31 ottobre, alle ore 17 la Casa delle Letterature (piazza dell’Orologio, 3, Roma) ospiterà
“Per Chiara.
Parole e letture per Chiara Palazzolo„
La scrittrice di origine siciliana recentemente scomparsa, e che oggi avrebbe compiuto cinquantuno anni, sarà ricordata da colleghi, da giornalisti e intellettuali come Rita Charbonnier, poliedrica scrittrice e autrice di soggetti e sceneggiature per la televisione, lo sceneggiatore Gianni Romoli, Maria Giulia Castagnone, editor della casa editrice, Piemme, per cui Chiara Palazzolo ha scritto parecchi libri di successo, e altri nomi noti del panorama culturale italiano.
La penna e la notorietà di Chiara Palazzolo, che con la sua opera narrativa ha in pubblico e critica ravvivato l’interesse per il fantastico/horror italiano ma con spunti per il romanzo non-di-genere, sono nell’immaginario collettivo collegate alla “Trilogia di Mirta-Luna” (Non mi uccidere del 2005, Strappami il cuore, 2006 e Ti porterò nel sangue, 2007).
Difficilmente, tuttavia, anche i non appassionati del genere sono riusciti a non essere ‘stregati’ dalla enigmatica, sibillina espressione che si fa elemento trainante del più recente Nel bosco di Aus (2011):
«Ci sono due streghe. Quindi una di troppo. In tutto tre».
Non a caso, il romanzo è stato candidato a “Libro dell’anno” dalla seguita trasmissione radiofonica Fahrenheit.
Proprio Rita Charbonnier, del cui blog Non solo Mozart sono attenta e interessata lettrice – e della cui attenzione al mio Nephelai mi reputo onorata -, in una sua pagina ripercorre esperienze comuni e punti di contatto con Chiara Palazzolo, in un riconosciuto commosso commovente senso di «gemellaggio», punteggiato «da tante strane coincidenze»; se ne desume la (forse rara) reciproca stima tra le due scrittrici, a loro volta intente lettrici l’una dell’altra.
Con la sua non casuale profondità, la testimonianza viva di Rita Charbonnier stimola la riflessione e un più stratificato coinvolgimento nel vivere, non a caso – credo – mediato dall’esperienza della lettura/scrittura che ha coinvolto entrambe.
E’ forse il dovere di chi resta – mi sembra – contribuire ad interpretare la vita secondo non tanto e non solo gli ideali di coloro che l’hanno e ci hanno lasciati ma interpellati anche da quelle consonanze misteriose e suggestive che avvicinano gli esseri umani gli uni agli altri, spesso impensatamente..
Se non il dovere, comunque una sorta di missione con il risvolto caro – e però anche caro come prezzo da pagare – della vicinanza, per quanto ancora più consapevolmente inattingibile, con chi abbiamo amato o stimato, con i nostri amici il cui destino, per un punto inspiegabile di diversione dalla tangenza, è diverso dal nostro.
Pure «io.. sai .. ho una malattia..» – di cui parlo troppo, a fini eminentemente (e pateticamente) apotropaici -; sono sicura (perciò?) che Chiara stessa abbia provato intensa quella vicinanza per quanto l’assedio della malattia la potesse distogliere: e la provi adesso in questa nuova sua declinazione che solo in apparenza rende incomunicabili.
E forse le è stata almeno interlocutrice nello spingersi ad interrogare in modalità alternative e non necessariamente banali l’enigma che misterioso limita a suggerire l’esistenza.
In ricerca inesausta di varchi a quell’enigma (tuttavia consapevole che sempre si rinviino ‘oltre’), farò in modo di condividere il raro piacere di leggere un libro di entrambe: grata di quanto, sono sicura, ciò comunque mi donerà.
Da questo e dall’altro limes della linea d’ombra.
Maria Amici
1 novembre 2012 at 19:28
Grazie di cuore, Nephelai, per questa tua bellissima pagina, così sentita. Credimi, l’onore di cui parli è tutto mio. Un abbraccio e a presto.
2 novembre 2012 at 16:46
A te sinceri ringraziamenti di frequentare questo spazio e d’essere, qui e nel tuo, memoria e coscienza critica.. A prestissimo!
8 aprile 2013 at 22:37
[…] Parole e letture per Chiara Palazzolo. […]